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LE 5 GRANDI FERITE DELL'INFANZIA - L'INGIUSTIZIA

  • Maya
  • 29 set 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Continuiamo ad analizzare le maschere e le relative ferite dal punto di vista psicologico vedendo come un evento o una percezione possono condizionare la nostra vita, il nostro carattere le nostre relazioni e addirittura il nostro corpo.

L'ultima ferita, secondo il libro 'le 5 ferite e come guarirle', a livello cronologico perciò quella che si manifesta più tardi nella vita del bambino, è la ferita dell'ingiustizia, ferita dove mi sono ritrovata molto!

L'ingiustizia è caratteristica di una persona o di una cosa che manca di giustizia. Giustizia significa apprezzamento, riconoscimento, rispetto dei diritti e del merito di ognuno. Come sinonimi troviamo rettitudine, integrità, imparzialità.

Una persona che soffre di ingiustizia non si sente dunque apprezzato nel suo giusto valore, non si sente rispettato e non riceve quel che merita o pensa di ricevere più di quel che merita.

E' una ferita che si risveglia tra i 3 e i 5 anni circa, nel momento in cui il bambino prende coscienza d'essere un essere umano, un entità a sé con la sue particolarità, particolarità che sente di non poter esprimere e lo vive come una grande ingiustizia. Vive questa ferita soprattutto con il genitore dello stesso sesso per il quale soffre della sua freddezza, per la sua incapacità di sentire e di esprimersi. Ovviamente questa è come il genitore viene percepito dal bambino! Soffre anche per l'autoritarismo del genitore , per le sue critiche frequenti e la sua severità...nella maggior parte dei case anche quel genitore a sua volta ha sofferto dell stessa ferita.

La reazione alla ferita da ingiustizia è quella di tagliare i ponti con il proprio sentire, credendo cosi di proteggersi. la maschera che il bambino si crea è infatti quella della RIGIDITÀ'.

Le persone rigide sono molto sensibili, ma sviluppano precocemente la capacità di nascondere questa sensibilità e non mostrarla agli altri ecco perchè sembrano fredde e insensibili. Sono persone inclini a stare sempre con le braccia incrociate, a vestirsi di nero ed a cercare l'esattezza ad ogni costo diventando un maniaco perfezionista.

Chi soffre di ingiustizia è più incline a provare invidia o a pensare che siano gli altri invidiosi di lui. Fin da piccolo pensa che viene apprezzato più per quello che fa che per quello che è dunque diventa estremamente efficace ed efficiente, fa il possibile per non creare problemi e quando è lui ad essere nei problemi preferisce convincersi di non averne piuttosto che affrontare la sofferenza legata a quei problemi.

Da piccolo ha vissuto l’autorità come un problema, perché era costretto ad accettarla, ed ora la teme; quando gli viene chiesto qualcosa o teme di non essere creduto lo vive con un senso d’ingiustizia. Se crede di avere ragione continuerà a portare avanti le sue rimostranze fino a quando non verrà riconosciuta la sua ragione.

Volendo sempre essere giusto da molta importanza al “meritarsi le cose”, in effetti cerca di evitare di ricevere un compenso che ritiene immeritato, così come è pronto a notare che qualcuno, secondo lui, non merita l’attenzione o le ricompense che riceve.

Proprio per il senso di ingiustizia così marcato che ha, attrae spesso nella sua vita situazioni che ritiene ingiuste, anche in famiglia. La sua stessa rigidità farà sì che si impegnerà sempre molto di più degli altri che, al contrario, tenderanno a lavarsene le mani. Solo il guarire la ferita permetterà che situazioni del genere inizino a diminuire o sparire dalla sua vita.

Ha necessità di tenere tutto in ordine, e può anche diventare ossessivo nel cercare di mantenere tutto secondo i suoi criteri. Cerca sempre di tenere le cose sotto controllo perché siano “giuste” come vuole che siano.

Imponendosi molti doveri, spesso il rigido è stressato, perché essere perfetto in tutto non è facile. Ha una grande capacità di non sentire il dolore, così va avanti ad oltranza, e ben raramente è malato e, se lo è, se ne accorge solo quando la situazione si aggrava.

L’emozione che prova più frequentemente è la rabbia, in particolare verso di sé, anche se la prima cosa che fa è aggredire qualcun altro. Inconsciamente è in collera con se stesso per non aver valutato correttamente le cose, o per non aver fatto la cosa giusta, ad esempio.

Non percependo ciò che sente, ha difficoltà a lasciarsi amare ed a lasciarsi andare, ed anche a dimostrare e dichiarare il proprio amore. Spesso ripensa a quello che avrebbe voluto dire o fare alle persone che ama, ma poi, la volta successiva, si dimentica ancora di dire o di fare. Per questo motivo sembra una persona fredda e rigida, e non pare essere affettuoso o amorevole.

La più grande paura del rigido è la Freddezza, ha tanta difficoltà ad accettare la sua freddezza quanto quella altrui e fa del suo meglio per mostrarsi caloroso ma non si rende veramente conto che gli altri lo vedono come un insensibile e freddo. Non si rende conto che evita di entrare in contatto con la propria sensibilità per non mostrare la propria vulnerabilità.

La ferita da ingiustizia inizia a guarire man mano che il rigido si permette di essere meno perfezionista, di fare degli errori, di mostrare il proprio lato più fragile, piangendo o chiedendo aiuto, senza giudicarsi o aver paura di essere giudicato, e senza temere di perdere il controllo.

La capacità di chiedere aiuto è fondamentale per iniziare a percepire che fare degli errori è del tutto naturale e per alleggerire il carico che si porta sulla spalle quando si cerca di risolvere tutto da soli. La condivisione e la fiducia nei confronti delle persone care inoltre, permette di alleviare quella sensazione di essere soli contro il mondo e diminuisce la rabbia che ci si porta dentro.



Mi piace concludere questo full immersion nella psicologia infantile, con le sue 5 ferite che ci condizionano la vita secondo Lisa Bourbeau, utilizzando proprio la stessa poesia con cui lei conclude il suo libro, poesia del poeta svedese Hjalmar Soderberg:

"Tutti vogliamo essere amati,

se questo non accade, essere ammirati,

se questo non accade, essere temuti,

se questo non accade, essere odiati e disprezzati.

Vogliamo risvegliare un'emozione nell'altro, quale che sia.

L'anima rabbrividisce davanti al vuoto

e cerca il contatto a qualsiasi prezzo."




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